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resina autolivellante

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Il pavimento in resina autolivellante più impegnativo.

ti spiego cosa abbiamo fatto per realizzare il pavimento in resina autolivellante più bello di Roma

Questa volta ti parlo di un lavoro che abbiamo consegnato a novembre 2021 qui a Roma.
La Cliente (titolare di un’importante azienda farmaceutica) stava ristrutturando i nuovi uffici direzionali e ci ha contattati per realizzare una pavimentazione in resina.

L’idea iniziale era quella di fare un pavimento in resina classica o in microcemento, ma -nonostante i campioni visti in show-room- non avevamo trovato qualcosa che si “raccordasse” con il resto dell’arredamento (controsoffitto lucido in pvc, pareti vetrate etc).

Poi però abbiamo capito meglio.. …E abbiamo mostrato un campione di pavimento in resina epossidica autolivellante fatto per altri clienti che  rinunciarono all’idea a causa dei costi di realizzazione.

Baaaaam! è stato amore a prima vista fra la Cliente e quel tipo di pavimento.

E’ iniziato così un periodo di test e prove per trovare l’effetto desiderato fino a quando non siamo stati pronti ad “andare in scena”.

vantaggi e svantaggi dei pavimenti in resina autolivellanti

  • la superficie su cui viene posato deve essere perfettamente planare
  • elevata umidità nell’aria può compromettere il risultato finale in termini di lucentezza/opacizzazione
  • polvere, insetti e pulviscolo possono inglobarsi in fase di asciugatura
  • zero possibilità di errore in fase di posa
  • effetto scenico indiscutibile
  • pezzo unico/opera d’arte
  • estrema resistenza meccanica e alle sollecitazioni
  • tollera bene detergenti e detersivi
  • possibilità di lucidarlo con paste abrasive
  • colorabile con polveri perlescenti

guarda il video di come abbiamo realizzato il pavimento in resina autolivellante più figo!

In modo sintetico, i lavori fatti per trasfromare un vecchio pavimenti in cemento in uno stupendo pavimento in resina autolivellante sono stati questi:

Inizialmente la superficie era quella di un pavimento “vissuto” (e Sto usando un eufemismo) in cui erano presenti umidità di risalita, crepe, parti incoerenti e friabili, tracce e assenza di pendenza.

Noi abbiamo provveduto a risolvere intervenendo nel modo che abbiamo ritenuto migliore.

Per prima cosa abbiamo carteggiato e fatto salare le parti incoerenti, poi abbiamo riportato il piano sul pavimento ed infine abbiamo realizzato la barriera vapore (armata con fibra di vetro).

Solo una volta ssciutto e compattato, abbiamo proceduto alla “colatura” della resina.

A leggerla sembra facile, ma ti assicuro che non lo è stato affatto 🙂

Facci sapere nei commenti se ti è piaciuto questo articolo,ti aspettiamo in showroom!

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